![Conquistare i clienti con il Content Marketing [Puntata 3]](https://www.lemiecosepreferite.com/wp-content/uploads/2019/12/kpi-dashboards_Rosanna-Perrone_content-marketing.jpg)
L’idea di scrivere una mini serie, dal taglio pratico e per addetti ai lavori, tutte concentrare sul tema del Content Marketing, è nata nel 2019 grazie a una collaborazione di “influencer” esperti di digitale in Italia. Mi fa sorridere l’idea che io possa essere definita così ma, secondo il team di PR che avevano realizzato il progetto, io rientravo a pieno titolo in questa squadra di professionisti con cui aprire dei “Digital Talk” per il neonato magazine di EIPASS, eiyou!
Tutto bene anche se, come raccontavo nella postilla dell’articolo precedente, qualcosa è però poi andata storta con la – forse troppo junior – redazione. Così ho preferito interrompere, con la seconda puntata, il rapporto di collaborazione con eiyou! pur restando in ottimi rapporti sia con il direttore, che ha assecondato le mie richieste, sia con i colleghi di quel viaggio, con i quali ho collaborato per altri progetti anche successivamente. Morale della favola? Nella vita non ci sono necessariamente “buoni” e “cattivi”, come non ce ne sono nella storia che riporto. La decisione di rinunciare a un’avventura come questa è stata frutto di una riflessione personale, cioè quella di aver imparato a riconoscere le situazioni in cui non mi trovo bene e, anziché cercare di correggerle o correggermi, sapermi fermare in tempo. Ma se ogni promessa è debito, ecco il proseguo della trattazione, in questo caso scritta per il mio blog personale e per portare a conclusione l’argomento.Come misurare e valutare la performance dei contenuti
Misurare l’efficacia dei contenuti che abbiamo ideato e creato in linea con il piano editoriale significa innanzitutto ricordare cosa ci aveva espresso il cliente della fase di brief: quali erano le sue aspettative, cosa riusciva a comprendere dei social e cosa no, cosa dovremmo dimostrargli a fronte delle risorse che gli abbiamo chiesto. Dall’altra parte, dovremmo anche inserire dei dati esplicativi le nostre scelte, l’andamento della campagna di content marketing nei termini di come stanno reagendo gli utenti di fronte alle proposte informative e pubblicitarie che ricevono dai canali del brand. Insomma, si tratta di scegliere i KPI, non di collezionarli passivamente. Spesso in azienda, i social media manager mi chiedono quali sono le metriche che dovranno considerare nel report che stanno per andare a scrivere. Io rispondo che sono loro a doverle scegliere e che, anzi, in verità le hanno già scelte nel piano editoriale: invito quindi a riprendere quel documento, oltre alle note di progetto fin lì raccolte nelle varie riunioni con il cliente, e poi chiedo “cosa vorresti sapere da queste attività che stai pubblicando?“. Mi viene risposto quindi “se gli utenti vedono il post” oppure “se la pagina social sta crescendo” o “se sul sito del cliente stanno arrivando più visite”. Esatto: sono queste le KPI, cioè i “key performance indicator” da tenere a mente, al di là di quello che la piattafoma di analytics che stiamo impiegando ci restituisce con innumerevoli insight e grafici. Ovviamente più i progetti sono complessi, ricchi di fasi e canali impiegati, più il report sarà robusto e necessità di ulteriori chiavi di lettura delle attività.![Conquistare i clienti con il Content Marketing [Puntata 3]](https://www.lemiecosepreferite.com/wp-content/uploads/2019/12/social-media-report-9.webp)
a) programmare la reportistica periodica
esattamente come il calendario editoriale e, meglio ancora, inserirla – o suggerire di farla inserire – nel contratto: questo ci aiuterà a mantenere le scadenze, a lavorare senza arretrati, stati confusionali ansie; ci aiuterà, inoltre, a creare aspettative positive nel cliente e nei colleghi che, a quel punto, sapranno che riceveranno puntualmente un report, con commenti, suggerimenti di miglioramento e proposte aggiornate.b) inserire consigli di ottimizzazioni tecniche e strategiche
anticipando, già nelle singole slide in cui raccogliamo i dati più significativi, quali sono gli insight che per quelle specifiche metriche ci stanno dicendo di migliorare in una certa direzione: si potrà trattare di dettagli relativi il pubblico, oppure di una spesa pubblicitaria troppo bassa o di un canale poco ricettivo per quel tipo di contenuto. Nelle conclusioni del report, di conseguenza, faremo un lavoro di rapida sintesi critica dei dati, indicando le soluzioni pratiche per migliorare. Alcune di esse non saranno mere ottimizzazioni tecniche, ma vere e proprie scelte strategiche, come ad esempio le riallocazioni di budget. Questa parte del report è sempre molto apprezzata e, se eviteremo di scriverla, dovremmo prepararci quantomeno a rispondere alla domanda che ci faranno dopo aver visto i dati.
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